mercoledì 28 gennaio 2015

Materiali per la riscrittura (2AG - 8 gennaio 2015)


Riscrivi le seguenti frasi

 

 

(Correggi la punteggiatura, l’ortografia e il lessico e riscrivi la frase modificando le parti sottolineate –ma non solo!- nella forma e nelle scelte lessicali, dividendo le frasi troppo lunghe e cercando di renderle chiare e scorrevoli)

 

Traccia

 

Sono esclusi, isolati perché nessuno li vuole. Forse è per il loro carattere, delle volte è per l’aspetto fisico oppure per il loro modo di vestire. Ma comunque sono cose che uno anche volendo, non riuscirà a cambiare.

(punteggiatura, lessico)

 

 

In poche parole, quello che sto cercando di dire, è che alla solitudine c’è sempre una soluzione basta mettere forza di volontà e cercare di essere positivi; l’unica solitudine che è difficile da eliminare è la solitudine per scelta.

(punteggiatura)

 

 

La solitudine peggiore è quando ci si chiude in se stessi, niente telefonini, niente social, solo la fastidiosa sensazione di non essere mai nel posto giusto.

(punteggiatura)

 

 

Penso al passato, a tutti i miei errori, a quelli che rimpiango, ci rido su; però le lacrime scendono da sole.

(punteggiatura, connettivo)

 

 

Questo periodo lo passano la maggior parte degli adolescenti.

(concordanza)

 

 

Questo tipo di errori sono difficili da risolvere.

(concordanza)

 

 

Nonostante questo noi siamo felici; per noi è bello anche essere soli se lo si è in compagnia.

(connettivo)

 

 

In questo modo internet non ti fa capire quanto sei solo nella realtà; ti da la possibilità di non esserlo più per qualche ora.

(ortografia, legame tra le due frasi)

 

 

Mi sentivo sola, perché sapevo che quando tornavo a casa ero sola.

(tempi e struttura)

 

 

 

I social network ci fanno rimanere in casa anziché uscire a divertirsi.

(pronome)

 

 

Gli errori fatali sono quelli di cui non possiamo liberarci delle conseguenze.

(pronome)

 

 

Queste persone si creano un blog, lo riempiono di cose depressive e aspettano che qualcuno gli venga a dire che li capiscono.

(lessico, uso del pronome)

 

 

Certo non è il massimo, ma non posso dire di essere contro questa cosa perché lo faccio anche io.

(registro, lessico)

 

 

Io stesso, pur affascinandomi di fronte alle opere d’arte e/o di intrattenimento, riconosco che molte altre attività sono più divertenti.

(lessico)

 

 

In quel luogo c’erano persone sole e tristi e, per quanto la cosa sia egoista e insensibile, mi rallegrava.

(lessico; struttura della frase)

 

 

Pensano di aver sempre ragione e spesso e volentieri non ci provano neanche a capirti.

(lessico, pleonasmo)

 

 

 

C’è anche chi commette volontariamente ingiustizie per alzare i voti a scuola.

(lessico)

 

 

Oltre a chi sceglie e a chi viene imposta c’è un altro tipo di solitudine: quella finta.

(sintassi)

 

 

La solitudine è l’unico mezzo attraverso il quale si può cercare l’infinito, secondo me.

(ordine delle parole)

 

 

Bisogna trovare persone con cui si sta bene e non importa il giudizio degli altri.

(sintassi)

 

 

Per alcuni è davvero la solitudine la via per essere felici, ma si deve esserne sicuri, altrimenti si ha solo solitudine interiore e questo fa soffrire.

(sintassi)

 

 

Altri tipi di solitudine possono essere causati dai rapporti di coppia, dove i coniugi cercano di ritagliarsi dello spazio per stare da soli.

(sintassi e struttura logica)

 

 

Dopo aver commesso errori gravi, si resta con il rimorso di non essere riusciti a rimediarli.

(sintassi)

 

 

Chi si droga commette un grave errore, che renderà la sua vita un gioco da cui è facile entrare ma assai difficile uscire.

(sintassi, punteggiatura)

 

 

 

venerdì 23 gennaio 2015

La lettera scritta da una vittima di atti di bullismo


Una settimana fa una 14enne è stata aggredita a Vigevano (Pavia) da tre 16enni che le hanno provocato lesioni giudicate guaribili in 10 giorni. Secondo i carabinieri le tre - denunciate al Tribunale per i minorenni - si sarebbero giustificate sostenendo che la ragazza aveva passeggiato lungo gli itinerari da loro considerati «territorio di caccia» ai ragazzi. Questa è la lettera aperta che la vittima ha inviato al «Corriere della Sera».

 

 

«Ho deciso di fidarmi degli adulti: così ho sconfitto i bulli»

 

di Alice

 

Sono la quattordicenne che è stata picchiata fuori dalla scuola da tre ragazze sedicenni a Vigevano la scorsa settimana.

Io sono una ragazza fortunata: ho una bella famiglia, ho due genitori con cui sono libera di parlare di tutto, ho un fratello dispettoso, ma al quale voglio bene anche se mi chiama «Medusa» perché dice che con lui ho lo sguardo cattivo, ho due gatte pestifere e ho buone amiche.

Sono brava a fare i cup cake, mi è venuta la passione guardando in tivù Buddy Valastro. La maggior parte delle volte cucino con il mio papà (i nostri ultimi esperimenti insieme sono stati il sushi e gli involtini primavera), ascolto la musica rap, disegno fumetti e adoro giocare con la Wii e ai videogame. Da grande voglio fare la pasticciera.

Quello che mi è successo a scuola non me lo aspettavo. Una delle tre ragazze che mi hanno aggredita la conoscevo e mi aveva preso di mira da un po’, ma non pensavo che sarebbe arrivata a tanto. Forse ce l’aveva con me perché anche se frequento la prima classe sono stata scelta per un progetto e lei no ed è più grande di due anni. Ma è una cosa che penso io, non sono sicura.

Quel giorno mi stavano aspettando fuori da scuola all’uscita. Una faceva il palo, mentre le altre a turno mi tiravano calci. Fortunatamente i miei compagni erano lì e più di una volta hanno provato a dividerci, anche se le tre ragazze hanno continuato a picchiarmi. Dopo mi è venuto in soccorso un signore giovane che ha provato a farmi calmare e mi ha portato a casa in macchina. Colgo l’occasione per ringraziare sia lui che i miei compagni.

Una cosa che vorrei dire sul bullismo è che questa gente dimostra solo vigliaccheria nel presentarsi in gruppo per affrontare un solo individuo; così facendo dimostrano solo di aver paura. Suggerisco a tutti quei ragazzi e bambini che vengono picchiati dai bulli di sentirsi liberi di raccontare ai genitori quello che gli succede o comunque di parlare con un adulto di cui possono veramente fidarsi. È inutile nascondersi perché nel bene e nel male le cose si vengono a sapere lo stesso. Bisogna parlare soprattutto se è una situazione come la mia o come quella di tante altre persone, ma alle vittime dico: è bene farvi aiutare perché mi sembra inutile che gli altri vi rovinino la vita per niente, sono persone che non si meritano né la vostra attenzione né la vostra fiducia, ma soprattutto non si meritano il vostro rispetto e la vostra amicizia.

Lunedì tornerò a scuola, se il medico dice che va bene, accompagnata da mio papà. Io camminerò a testa alta e non avrò paura, perché queste ragazze che mi hanno aggredito alla fine si isoleranno da sole.

Spero che questa lettera possa aiutare altri a prendere coraggio e a denunciare i fatti di bullismo, perché si può sconfiggere.

(Corriere della Sera, 23 gennaio 2015)