Marilou Reyes
Corriere
della Sera (giovedì 22 agosto 2019)
Massimo Gramellini
È proprio vero che ogni vita è un romanzo. Basta
seguire il filo invisibile che la attraversa. Così leggi di quella colf
filippina, caduta dal quarto piano di una casa del centro di Milano mentre
puliva i vetri, e scopri un mondo. Scopri che al suo Paese la colf era una
manager, aveva diretto la filiale di una multinazionale americana fino alla
crisi del 2006. Scopri che a quarant’anni si era rimessa in gioco, accettando
di venire in Italia a fare le pulizie. E scopri che l’aveva fatto per pagare
gli studi ai tre figli. Li aveva iscritti alle scuole migliori. Erano il suo
pensiero fisso e il suo orgoglio, ma non li vedeva praticamente mai. Aveva
rinunciato a goderseli nel presente per dare loro un futuro.
Leggi la storia di Marilou Reyes e scopri che al mondo
esiste ancora qualcuno che crede nelle possibilità della scuola di orientare un
destino; e che il domani possa essere migliore dell’oggi, al punto da
sacrificare il proprio oggi per il domani di chi ama. Scopri tutto questo e ti
chiedi se tu avresti la sua stessa forza di ricominciare daccapo, la sua stessa
fiducia nel ruolo dell’istruzione e nel riconoscimento del merito. Se saresti
capace di trasferirti dall’altra parte del globo e metterti a pulire i vetri di
una casa altrui nei giorni di Ferragosto per pagare la retta scolastica dei
tuoi figli. A costo di vederli, se va bene, una volta l’anno. A costo di finire
in modo così assurdo una vita così gloriosa.
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