mercoledì 21 ottobre 2015

L'età dell'insicurezza (Giangiacomo Schiavi)

Vaprio D’Adda, quella ferita sempre aperta nel Nord profondo

Prima di improbabili paragoni con il Far West mettiamoci nei panni di un cittadino che sorprende i ladri in casa. «Se avessi avuto il revolver nel cassetto chissà come finiva», confidò il giudice D’Ambrosio dopo il furto nell’abitazione.

Francesco Sicignano il revolver ce l’aveva a portata di mano ed è finita come è finita. Si può morire per quattro soldi e qualche oggetto d’oro, a Vaprio d’Adda come in qualsiasi comune del profondo Nord, quando la paura dei ladri e delle bande che svaligiano ville e appartamenti crea psicosi a lungo sottovalutate.

Ma chi spara non è un eroe: niente autorizza la giustizia fai da te. Se questo avviene è perché c’è un deficit di fiducia, una percezione di insicurezza che sindaci e cittadini del Nord lamentano da anni, un allarme confermato dall’inchiesta di Aldo Cazzullo sul Corriere: quando lo Stato lascia sguarnite certe zone o limita i controlli, non ci si può sorprendere se la gente si difende.

Chi ha subito un furto in casa sa che la violazione del domicilio è una ferita sempre aperta, una spoliazione di beni e di intimità: ci si difende con le inferriate, gli allarmi, le telecamere e le porte blindate, ma c’è sempre un elemento irrazionale che scatta quando ci si trova davanti a un ladro e si teme per l’incolumità propria e dei familiari. È successo in passato a Castenedolo, nel Bresciano: un ladro è stato ucciso dal proprietario della casa che stava per svaligiare. Reazione di sopravvivenza o eccesso di legittima difesa? Omicidio volontario, lo rubricò il giudice che rilasciò subito l’indagato. Identica è l’accusa per il pensionato che ha sparato e ucciso il giovane rumeno sorpreso nella sua abitazione a Vaprio d’Adda.


A suo sostegno sono arrivate le prime fiaccolate, persino l’esaltazione dell’autodifesa con la pistola: in assenza delle risposte, di una riflessione sullo stato delle forze dell’ordine nei territori e nelle zone lasciate alle scorrerie delle bande di ladri e malavitosi, la politica prende le sue scorciatoie propagandistiche. Resta il fatto che la gente ha paura, che i controlli sono scarsi, che non sempre quelli che vengono sorpresi in flagranza di reato stanno in galera. E poi qualcuno spara.

Giangiacomo Schiavi (Corriere della Sera, 21 ottobre 2015)

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