lunedì 23 novembre 2015

La degenerazione degli Absburgo


La degenerazione degli Absburgo

Da molto tempo gli scienziati si occupano della ereditarietà delle stigmate di degenerazione tanto negli animali che negli uomini, riuscendo ad affermare la trasmissione ereditaria dei caratteri teratologici, con documenti di prova sicura. In queste indagini, gli elementi umani preferiti sono i membri delle case illustri, specie regnanti, data la possibilità di ottenere una precisa e remota documentazione, per mezzo dei ritratti di famiglia, medaglioni, archivi, ecc. Interessante per noi particolarmente sono gli studi del dottor Galippe, membro dell’Accademia di Medicina francese, e del dottor A. Cartaz, risalenti a qualche anno prima della guerra attuale, in quanto che essi riflettono in modo speciale la degenerazione nella famiglia imperiale degli Absburgo, i nostri nemici ereditari.

Dice il dottor Cartaz: «La degenerazione rivela la sua personalità per mezzo di stigmate caratteristiche, fisiologiche e psicologiche; esse sono multiple, la qual cosa fa che un degenerato non rassomigli a un altro. Accanto all’idiota, si trova il debole di spirito, il debile, il retrogrado; vicino ai tipi di deformazioni più pronunciate, spesso una semplice alterazione di una parte della faccia… Galippe ha scelto una delle famiglie dove la trasmissione di questa tara ereditaria, il prognatismo inferiore, è rivelata nella sua manifestazione massima: quella degli Absburgo, i sovrani d’Austria».

Che cosa sia il prognatismo è noto generalmente. Esso è una speciale disposizione della faccia, per cui la linea del profilo, partendo dalla fronte fino alla parte più prominente dei mascellari, appare obliqua in rapporto al piano orizzontale del cranio. Ciò costituisce, in antropologia, la prominenza della mascella. Il doppio prognatismo mascellare, cioè la proiezione in avanti delle due mascelle, è uno dei tratti che distinguono i negri dell’Africa.

Quale influenza possa avere questa deformazione fisica sulla psiche individuale e sui caratteri morali di tutta una stirpe, è difficile accertare.

Esaminando la storia degli Absburgo si è tratti a credere che essa sia profonda e senza dubbio funesta. Per quanto lontano si risalga, al 13° secolo, si nota che i ritratti di Rodolfo I, cespite della casa austriaca, e di suo figlio Alberto il Vittorioso, mostrano la mascella inferiore avanzata. Due secoli dopo, nel XV, questa deformazione caratteristica si trova ancora in Massimiliano d’Austria e si ripete, più o meno accentuata, in tutti i suoi discendenti. Quattro secoli dopo, la stigmate degenerativa ricompare nel figlio di Napoleone I, il duca di Reichstadt, che la eredita dalla austriaca madre sua. Così attraverso i maritaggi, le caratteristiche teratologiche degli Absburgo, fisiche e psichiche, si sono riprodotte in altri rami regnanti. Luigi XVI e Maria Antonietta avevano entrambi il marchio degli Absburgo.

I due scienziati che hanno preso in esame questo fenomeno degenerativo non accennano a Francesco Giuseppe. Disserta invece sui caratteri di degenerazione somatica nel vecchio imperatore il dottor Neipp, notando come alcuni di essi siano appunto ereditari, e mettendo in rilievo sopra tutto la mediocrità intellettuale e l’insensibilità morale.

Senza dare troppo peso alla supposta follia di Francesco Giuseppe che potrebbe essere solo un fenomeno recente e acquisito di decadenza mentale certo non inverosimile in un uomo così gravato d’anni, si deve riconoscere che i caratteri psichici costituzionali del vecchio sovrano, come nota anche E. Lugaro, nel suo acuto studio «Pazzia d’Imperatore o aberrazione nazionale?» sono ben definiti nella loro anormalità da fatti che nemmeno i cortigiani più zelanti osarono contrastare.

In 67 anni di regno non si conta dell’Imperatore d’Austria un solo atto generoso, una sola frase felice, un solo pensiero chiaroveggente. E’ per contro ben diffusa e, sembra, giustificata, l’accusa di odi familiari implacabilmente nutriti fino al fratricidio, dacché la fucilazione di Massimiliano imperatore del Messico fu da lui voluta o, per lo meno, non impedita, mentre sanno i popoli che gli sono o gli furono soggetti la spietata crudeltà del suo governo.

In linea di massima la politica dell’attuale guerra è attribuita generalmente all’influenza perversa di Guglielmo II e di Francesco Giuseppe, nei quali alcuni alienisti trovano addirittura gli elementi profondi della follia. Il Lugaro, pur ammettendo che le tesi cliniche contengano un nucleo di verità, nega all’attuale crisi un’origine psicopatologica e personale nella infermità dei due sovrani.

Comunque sia, è evidente che l’Imperatore d’Austria guidò impassibile la lunga carriera della sua esistenza, in mezzo ai lutti e alle rovine, senza un’espressione di rimpianto.

La storia del martirologio italiano narra in pagine d’ira e di vendetta la fredda volontà di male del suo spirito inesorabile. Oggi ancora, mentre la sua vita si spegne per legge di natura, sopravvive in lui, con aspetti di furore impotente, la scomposta voglia di dominio, di ferocia e di rivincita. L’ereditarietà della deformazione atavica ha lasciato nel suo corpo in disfacimento l’anima senza rimorso.

A. M. Gianella

(Domenica del Corriere, 1916)

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