giovedì 16 novembre 2017

Materiali per la riscrittura (ottobre 2017)

Riscrivi le seguenti frasi


(Correggi la punteggiatura, l’ortografia e il lessico e riscrivi la frase modificando le parti sottolineate –ma non solo!- nella forma e nelle scelte lessicali, dividendo le frasi troppo lunghe e cercando di renderle chiare e scorrevoli)


La vita è rumorosa, ogni giorno ella toglie e offre alle persone: beni e mali, gioie e dolori…
(punteggiatura)


Qualcuno può essere infastidito dai suoni qualcun’altro dall’assenza di essi.
(ortografia, punteggiatura, pronomi)

Ogniuno li vive a modo suo, non c’è un modo giusto o uno sbagliato.
(ortografia, connettivo)


Chiunque dopo una lunga giornata di lavoro non desidererebbe altro che tornare a casa a rilassarsi.
(formulazione, punteggiatura)


Conosco una persona che per ritrovare sé stessa, è rimasta in silenzio per due settimane.
(punteggiatura)


Un’opera che mi ricorda questo è un dipinto molto famoso “Il bacio” di Hayez.
(punteggiatura; uso del pronome)


Gran parte delle persone infatti possiede uno smartphone o un computer che gli permette di accedere ad internet.
(concordanza, uso del pronome)


La tristezza non fà per me. Cerco di sfuggirla.
(ortografia, costruzione del verbo)


Ci sono un’infinità di tipologie di rumore.
(concordanza)


Il silenzio è fondamentale anche per persone più superficiali, sfruttandolo per dormire.
(gerundio)


D’altra parte il silenzio lo percepiamo come l’assenza di suoni.
(pleonasmo, articolo)


Quella persona sembra sempre apparentemente triste.
(pleonasmo)


Esso può aiutare l’anima e se stessi a capire quello di cui si ha bisogno.
(lessico)


Pensiamo di non poter sopravvivere senza telefono, ma ci sbagliamo. Siamo disperati se i nostri genitori ce lo ritirano, se si rompe e smette di funzionare.
(ordine logico)


Sono passati otto anni da quando N. Carr ha dato l’allarme di un internet pericoloso per le nostre menti, ma l’umanità globalizzata non ha preso nessun provvedimento.
(formulazione della frase; esagerazione nel contenuto)













Gramellini - Il bene a specchio

Il bene a specchio

Corriere della Sera (giovedì 16 novembre 2017)
Massimo Gramellini

Funziona così. Funziona che sei un costruttore di barche e leggi sul giornale che un operaio navale ha perso il lavoro e poi, un po’ alla volta, tutto il resto, fino a ritrovarsi sotto un ponte a 55 anni. Leggi e ti si risveglia dentro qualcosa. Come un ricordo. Non è sentimentalismo o la commozione di un istante. Di quell’uomo ti ha colpito la dignità con cui indossa la sofferenza: sceglie ponti poco illuminati per non farsi compatire da nessuno. Eppure non è soltanto questo che ti spinge a cercarlo e a proporgli un lavoro in darsena, un motorino per arrivarci e una stanza per riposarsi. Lui ha le lacrime agli occhi. Capisce che non gli stai dando un’elemosina, ma una seconda occasione. Nel ringraziarti ti chiede, come tutti, perché lo fai. E finalmente la risposta ti sale dal cuore: perché a vent’anni, quando vivevi in America e non sapevi da che parte girarti, una persona ti diede fiducia, aiutandoti a diventare quello che sei.

Funziona così. Funziona che chi riceve un gesto d’amore ne compirà uno simile, prima o poi. Appena si ritroverà in una situazione che gli risuona dentro, rammentandogli quella di cui beneficiò. Dall’etica di Socrate e Gesù ai neuroni a specchio di Rizzolatti, le anime illuminate hanno sempre cercato di rivelarci il segreto che l’imprenditore Michele Parini e l’operaio Giordano Piovesan stanno sperimentando in queste ore. Facciamo tutti parte di una stessa rete. L’egoismo, diceva Einstein, è un’illusione ottica della coscienza.




mercoledì 8 novembre 2017

Promessi Sposi: capitolo I (incipit)

I Promessi Sposi, cap. I

Quel ramo del lago di Como, che volge a mezzogiorno, tra due catene non interrotte di monti, tutto a seni e a golfi, a seconda dello sporgere e del rientrare di quelli, vien, quasi a un tratto, a ristringersi, e a prender corso e figura di fiume, tra un promontorio a destra, e un’ampia costiera dall’altra parte; e il ponte, che ivi congiunge le due rive, par che renda ancor più sensibile all’occhio questa trasformazione, e segni il punto in cui il lago cessa, e l’Adda rincomincia, per ripigliar poi nome di lago dove le rive, allontanandosi di nuovo, lascian l’acqua distendersi e rallentarsi in nuovi golfi e in nuovi seni. La costiera, formata dal deposito di tre grossi torrenti, scende appoggiata a due monti contigui, l’uno detto di san Martino, l’altro, con voce lombarda, il Resegone, dai molti suoi cocuzzoli in fila, che in vero lo fanno somigliare a una sega: talché non è chi, al primo vederlo, purché sia di fronte, come per esempio di su le mura di Milano che guardano a settentrione, non lo discerna tosto, a un tal contrassegno, in quella lunga e vasta giogaia, dagli altri monti di nome più oscuro e di forma più comune. Per un buon pezzo, la costa sale con un pendìo lento e continuo; poi si rompe in poggi e in valloncelli, in erte e in ispianate, secondo l’ossatura de’ due monti, e il lavoro dell’acque. Il lembo estremo, tagliato dalle foci de’ torrenti, è quasi tutto ghiaia e ciottoloni; il resto, campi e vigne, sparse di terre, di ville, di casali; in qualche parte boschi, che si prolungano su per la montagna. Lecco, la principale di quelle terre, e che dà nome al territorio, giace poco discosto dal ponte, alla riva del lago, anzi viene in parte a trovarsi nel lago stesso, quando questo ingrossa: un gran borgo al giorno d’oggi, e che s’incammina a diventar città. Ai tempi in cui accaddero i fatti che prendiamo a raccontare, quel borgo, già considerabile, era anche un castello, e aveva perciò l’onore d’alloggiare un comandante, e il vantaggio di possedere una stabile guarnigione di soldati spagnoli, che insegnavan la modestia alle fanciulle e alle donne del paese, accarezzavan di tempo in tempo le spalle a qualche marito, a qualche padre; e, sul finir dell’estate, non mancavan mai di spandersi nelle vigne, per diradar l’uve, e alleggerire a’ contadini le fatiche della vendemmia.





I Promessi Sposi, cap. I

Quel ramo del lago di Como, 9
che volge a mezzogiorno, 7
tra due catene non interrotte di monti,
tutto a seni e a golfi,
a seconda dello sporgere e del rientrare di quelli,
vien, quasi a un tratto, a ristringersi,
e a prender corso e figura di fiume, 11
tra un promontorio a destra, 7
e un’ampia costiera dall’altra parte;

e il ponte, che ivi congiunge le due rive,
par che renda ancor più sensibile all’occhio
questa trasformazione, 7
e segni il punto in cui il lago cessa, e l’Adda rincomincia,
per ripigliar poi nome di lago
dove le rive, allontanandosi di nuovo,
lascian l’acqua
distendersi e rallentarsi 8
in nuovi golfi e in nuovi seni. 9

La costiera, formata dal deposito di tre grossi torrenti,
scende appoggiata a due monti contigui, 11
l’uno detto di san Martino,
l’altro, con voce lombarda, il Resegone,
dai molti suoi cocuzzoli in fila,
che in vero lo fanno somigliare a una sega:

talché non è chi, 6
al primo vederlo, 6
purché sia di fronte, 6
come per esempio di su le mura (11!!!)
di Milano che guardano a settentrione,
non lo discerna tosto,
a un tal contrassegno, 6
in quella lunga e vasta giogaia, 10
dagli altri monti
di nome più oscuro e di forma più comune.

Per un buon pezzo,
la costa sale con un pendìo lento e continuo;

poi si rompe in poggi e in valloncelli, 10
in erte e in ispianate, 7
secondo l’ossatura de’ due monti, 11
e il lavoro dell’acque. 7

Il lembo estremo,
tagliato dalle foci de’ torrenti, 11
è quasi tutto ghiaia e ciottoloni; 11

il resto, campi e vigne, 7
sparse di terre, di ville, di casali;
in qualche parte boschi, 7
che si prolungano 5
su per la montagna. 6

Lecco,
la principale di quelle terre, 10
e che dà nome al territorio, 9
giace poco discosto dal ponte, 10
alla riva del lago, 7
anzi viene in parte a trovarsi 9
nel lago stesso, 5
quando questo ingrossa: 6
un gran borgo al giorno d’oggi, 8
e che s’incammina 6
a diventar città. 7

Ai tempi in cui accaddero i fatti 9
che prendiamo a raccontare, 8
quel borgo, già considerabile,
era anche un castello,
e aveva perciò l’onore 8
d’alloggiare un comandante, 8
e il vantaggio di possedere 9
una stabile guarnigione 9
di soldati spagnoli, 7
che insegnavan la modestia alle fanciulle
e alle donne del paese, 8
accarezzavan di tempo in tempo 10
le spalle a qualche marito, a qualche padre;

e,
sul finir dell’estate, 7
non mancavan mai di spandersi nelle vigne,
per diradar l’uve, 6
e alleggerire a’ contadini 9
le fatiche della vendemmia. 9