Compare Giuda
Guy de
Maupassant
Tutto
quel paese appariva straordinario, segnato da un’impronta di grandezza quasi
religiosa e di lugubre desolazione.
In
mezzo a una gran cerchia di colline nude, su cui crescevano soltanto ginestre
e, qua e là, strane querce contorte dal vento, si stendeva un ampio stagno di
acqua nera e morta sulla quale tremolavano migliaia di canne.
Sulle
rive di quel tetro lago c’era una sola casa, una casupola bassa dove abitava un
vecchio barcaiolo, compare Joseph, che viveva della sua pesca. Tutte le settimane
portava il pesce nei paesi vicini e tornava con le poche provviste che gli
bastavano a vivere.
Volli
andare a trovare quel solitario, che mi offrì di andare con lui a levar le nasse.
Accettai.
La
barca era vecchia, tarlata, rozza. E lui, magro e ossuto, remava con un
movimento monotono e sciolto che cullava la mente, già avvolta nella tristezza
dei luoghi.
Mi
pareva d’essere portato ai primi tempi del mondo, in mezzo a quel paesaggio
antico, in quella barca primitiva governata da un uomo di altri tempi.
Levò
le reti e buttò i pesci ai suoi piedi con gesti di pescatore biblico. Poi volle
condurmi fino all’ estremità della palude, e sull’altra riva vidi una rovina,
una capanna diroccata con una croce sul muro, una croce enorme e rossa che
pareva tracciata col sangue, sotto gli ultimi bagliori del sole al tramonto.
Chiesi:
«Che
cos’ è?»
L’uomo
prima si segnò, poi rispose:
«Là
è morto Giuda.»
Non
fui sorpreso, come se mi fossi aspettato quella strana risposta.
Tuttavia
insistei:
«Giuda?
quale Giuda?»
Rispose:
«L’ebreo
errante, signore.»
Lo
pregai di raccontarmi la leggenda. Ma era più d’una leggenda; era una storia,
quasi recente, poiché compare Joseph aveva conosciuto quell’uomo.
Una
volta la capanna era abitata da una specie di mendicante, una donna alta che
viveva della pubblica carità. Da chi avesse avuto la capanna, compare Joseph non
se lo ricordava più. Una sera un vecchio con la barba bianca, un vegliardo che
dimostrava duecento anni e si trascinava a stento, passando chiese l’elemosina
a quella poveretta.
Costei
disse:
«Sedetevi,
vecchio: quello che c’è qui è di tutti, perché viene da tutti.»
Lui
si sedette su un sasso davanti alla porta. Spartì con la donna il pane, il
giaciglio di foglie, la casa.
Non
se ne andò più: aveva finito i suoi viaggi.
Compare
Joseph aggiungeva:
«La
Santa Vergine ha permesso tutto questo, perché è stata una donna ad aprire la
porta a Giuda.»
Difatti
quel vecchio vagabondo era l’ebreo errante.
In
paese non lo seppero subito, ma presto cominciarono a sospettarlo perché lui
camminava sempre, tanto ci era abituato.
C’era
un altro motivo che aveva fatto nascere i sospetti: la donna che l’aveva preso
in casa era considerata ebrea, perché nessuno l’aveva mai vista in chiesa.
Nel
giro d’una trentina di chilometri la chiamavano "l’ebrea", e quando i
bambini del paese la vedevano" arrivare a chiedere, gridavano: «Mamma,
mamma, è arrivata l’ebrea!».
Lei
e il vecchio cominciarono ad andare per i paesi vicini, stendendo la mano a
tutte le porte, balbettando suppliche a tutti i passanti. Furono visti a ogni
ora del giorno, per i sentieri sperduti, lungo i paesi, oppure mangiando un
tozzo di pane all’ombra d’un albero solitario, nel gran calore meridiano.
Nella
contrada cominciarono a chiamarlo "compare Giuda".
Un
giorno portò nella bisaccia due maialini vivi, che gli erano stati regalati in
una fattoria perché aveva guarito il fattore da un male.
Smise
di chiedere l’elemosina, occupato a far girare i suoi maiali perché
mangiassero, a portarli lungo lo stagno, sotto le querce isolate nelle vallette
vicine. Invece la donna vagava sempre in cerca di elemosine, e tutte le sere
tornava alla capanna.
Neanche
lui andava mai in chiesa, e non l’avevano mai visto segnarsi davanti ai
crocifissi. Di questo si parlava molto.
Una
notte la sua compagna ebbe la febbre e cominciò a tremare come una vela agitata
dal vento. Lui andò fino al paese a cercar medicine, poi si rinchiuse con lei e
per sei giorni non lo videro più.
Il
parroco, avendo sentito dire che l’“ebrea” stava per morire, andò a recare il
conforto della fede alla moribonda , e a portarle gli ultimi sacramenti. Era
ebrea? Non lo sapeva. In ogni caso, cercava di salvarle l’anima.
Appena
ebbe bussato alla porta, compare Giuda apparve sulla soglia, ansando, con gli
occhi lampeggianti, la gran barba mossa come acqua che gronda, e mandò imprecazioni
in una lingua ignota, stendendo le magre braccia, per impedire al prete di
entrare.
Il
parroco cercò di parlare, offrì la sua borsa e le sue cure; ma il vecchio
seguitava a insultarlo, e con la mano faceva il gesto di scagliargli pietre. Il
prete se ne andò seguito dalle maledizioni del mendicante.
Il
giorno seguente la compagna di compare Giuda morì. La seppellì lui stesso
davanti alla porta. Era gente così da poco che nessuno se ne curò.
Lo
rividero condurre i porci lungo lo stagno e sui pendii. Ricominciò anche a
mendicare, per aver da mangiare. Ma non gli davano quasi più nulla, per via delle
dicerie che correvano sul suo conto. E tutti sapevano in che modo avesse
accolto il parroco.
Sparì.
Era la settimana santa. Nessuno se ne occupò.
Il
lunedì di Pasqua un gruppo di giovanotti e di ragazze che s’erano spinti a
passeggiare fino allo stagno, udirono nella capanna un gran tramestio. La porta
era chiusa; i giovanotti la sfondarono e i due maiali schizzarono fuori
saltando come caproni. Non furono più visti.
Tutti
entrarono e videro per terra dei vecchi stracci, il cappello del mendicante,
ossa, sangue secco e rimasugli di carne nelle orbite d’un teschio.
I
suoi maiali l’avevano divorato.
E
compare Joseph aggiunse:
«Fu
di venerdì santo, alle tre del pomeriggio.»
Domandai:
«Come
lo sapete?»
Rispose:
«Non
c’è alcun dubbio.»
Non
cercai di fargli capire come fosse naturale che le bestie affamate avessero
mangiato il loro padrone morto improvvisamente nella capanna.
Quanto
alla croce sul muro, era apparsa una mattina senza che si sapesse quale mano l’avesse
tracciata, in quello strano colore.
Da
allora nessuno dubitò più che l’ebreo errante fosse morto in quel luogo.
Lo
credetti anch’io, per un’ora.
Nessun commento:
Posta un commento