domenica 8 aprile 2018

I giovani del 2018 (S. Viscardi)


Leggere Busi sulla chat

Sì, grazie a Internet è tutto più veloce ma dolore e amore, giura la youtuber e scrittrice, sono gli stessi di ogni età

di Sofia Viscardi


Il punto è questo. Chissà se qualcuno lo capisce cosa significa dare il massimo e non essere comunque mai abbastanza? E questo riguarda la scuola, l'adolescenza, gli amici e, naturalmente, l'amore. È tutta una questione di essere abbastanza. E io, come molti di noi, non sono mai abbastanza un cazzo. Abbastanza brava, bella, dolce, cattiva, socievole, interessante, simpatica, figa, affascinante. Mai abbastanza e basta. Abbastanza femmine. Abbastanza maschi. In Abbastanza, il mio nuovo romanzo, Leo, il ripetente, figo e dannato come tutti i ripetenti, di nuovo in corsa per l'esame di maturità, cita, per darsi delle arie, i due incipit più belli sulla solitudine dell'adolescenza che la letteratura mi abbia fatto conoscere. Tra poco tempo anch'io compirò vent'anni e anch'io, come Leo, il mio personaggio alle prese con il tema della maturità, che io stessa ho sostenuto quest'anno, "non permetterò a nessuno di dire che questa è la più bella età della vita" secondo Paul Nìzan di Aden Arabia. Il secondo incipit è quello magnifico di Aldo Busi nel suo Il seminario sulla gioventù che dice: "Che resta di tutto il dolore che abbiamo creduto di soffrire da giovani? Niente, neppure una reminiscenza". Invece succede che noi del mondo dell'abbastanza siamo sempre connessi, tutti presenti, nello spazio e nel tempo, ma non per questo emotivamente meno soli. Coi social abbiamo la possibilità di fare esperienza avvicinandoci il lontano e allontanandoci il vicino. Con internet possiamo ricordare tutto. Non era mai successo prima, nel mondo analogico. Penso allora che per noi digitali anche i rapporti tra sessi opposti vadano diversamente da quando abbiamo la possibilità di comunicarci le cose attraverso tanti mezzi differenti. E di continuo. Ci vogliamo lo stesso bene, questo sì, come una volta le nostre madri, ma ce lo diciamo in modo diverso. La distanza tra maschio e femmina si è accorciata da quando gli stereotipi di un tempo sono stati abbattuti. Non è più necessariamente il maschio a dover fare il primo passo e il rapporto d'amicizia è molto più frequente anche tra uomo e donna. Senza fraintendimenti o stranezze. Ci consideriamo a pari livello, e gli interessi in comune sono sempre di più. Le ragazze possono seguire il calcio e i maschi i programmi di cucina, per fare un banale esempio, senza venire giudicati o guardati in modo strano. È sempre più normale che tutti possano interessarsi a tutto senza che qualcosa sia tipicamente "maschile" o "femminile". Tra limiti infiniti, e orizzonti vicini è tutto abbastanza relativo. Sfatiamo il mito che le ragazze nel duemiladiciotto stiano ancora a casa ad aspettare il principe azzurro o un mazzo di rose. È tutto più semplice nell'era in cui le cose siamo abituati a dircele costantemente. L'amicizia è fondamentale, un continuo confidarsi, anche quando si è lontani. E l'amore è sincero, un po' più veloce, perché i messaggi fanno prima delle lettere, ma sempre amore è. È anche vero che aumentati i mezzi e le connessioni aumentano anche i problemi-inesistenti-apparentemente-catastrofici tipici della nostra giovane età, e all'improvviso una non-risposta su Whatsapp diventa un chiaro segnale rosso lampeggiante di panico. Ed è una tragedia, per circa dodici minuti, fino a quando un nuovo stimolo non viene a salvarci. Una montagna russa di emozioni e di passioni che restano però forti, pulite e vere. Anche se le dinamiche sono differenti e i tempi accelerati dalla centrifuga della simultaneità e della puntualità dell'istante. Non possiamo certo rinunciare all’uso dei social perché equivarrebbe ad una sorta di esclusione, appunto, sociale. Il punto è che ci si vuole bene davvero, quello non è cambiato. Ci sono positività, gioia, curiosità, ma anche paura per ciò che accadrà. Succede. Abbastanza.

(Sofia Viscardi, la Repubblica, 1 aprile 2018)


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