Gesù Cristo fu crocifisso
dai tedeschi[1]
Se
avete sempre creduto che i carnefici di Gesù di Nazareth fossero giudei, dovete
ricredervi, perché egli fu martirizzato e crocifisso dai tedeschi.
La
mia affermazione lo comprendo è in stridente contrasto con quanto si legge
nei quattro vangeli, nei Manuali di Storia sacra e anche nei testi comuni di
Storia civile. Ma questo non conta nulla: la storia dell’umanità non è mai
compiuta, perché non tutti gli episodi e non tutti i fatti sono matematicamente
accertati e provati; le indagini, l’esame dei documenti, i cimeli, monumenti,
si susseguono, si accavallano per l’affannosa ricerca della verità, che è il
tormento dell’uomo; la storia è un libro sempre in bozze di stampa, in
continua, incessante revisione.
E
permettete dunque che io riveda le bozze del racconto di quella grande tragedia
umana, che aprì alle genti affaticate ed oppresse una novella era.
Una
documentazione inoppugnabile che i crocifissori di Cristo fossero tedeschi ci
viene dai tedeschi stessi. Sin da parecchi anni fa, in occasione della Pasqua,
apparve nella «Gazzetta di Voss» un articolo senza firma (editoriale) che
affermava come la centuria di pretoriani al servizio di polizia del Sinedio di
Gerusalemme fosse tutta composta di soldati bavaresi e che, la guardia
personale del Proconsole Ponzio Pilato fosse ugualmente bavarese. E ciò si
spiega perfettamente, dal momento che i più recenti studi storici hanno
accertato che Pilato era appunto tedesco e precisamente di Forchheim, la quale
è una cittadina dell’alta Franconia (Baviera) nella riva sinistra del fiume
Regnitz alla confluenza con il Wiesent. Da taluno si voleva che Pilato fosse
nato in Italia e che poi, per ragioni d’ufficio, avesse per molto tempo
dimorato in Baviera. Ma si è finito per stabilire tutto l’opposto cioè che egli
nacque in Baviera e fu educato in Italia forse a Roma dove stette a lungo
tanto da perdere l’accento teutonico e riuscire a parlare con puro accento
latino come se fosse nato nel Lazio o nel Sannio o in Sabina o nel Piceno,
regioni dove la meravigliosa lingua romana era parlata in modo più perfetto che
in altre parti d’Italia.
A
confortare poi l’affermazione che Pilato fosse nato a Forchheim venne, due anni
fa, l’autorità dell’Hubener (un altro tedesco) che ne parlò in una sua Storia della Palestina scritta in
esametri latini […]. E bisogna confessarlo […] i tedeschi, in materia di
indagine e ricerche storiche, specialmente nel mondo della latinità, ci hanno
sovente dato dei punti.
Nel
caso specifico, però, non possiamo dolerci che il vanto di aver dato i natali a
colui che con un tratto di politica obliqua, contrastante con le più elementari
norme della diplomazia e della giurisprudenza, determinò la scomparsa dal mondo
di un Uomo giusto, del più grande apostolo della giustizia e della pace, non
possiamo dolerci dico che questo vanto rimarrà ad essi.
Se
lo tengano pure il Proconsole Pilato, egli può infatti considerarsi un buon
precursore della politica teutonica
empia [non leggibile].
Accertate
così le origini tedesche di Ponzio Pilato, è facile dimostrare come i
martirizzatori del Nazzareno fossero pur essi almeno gran parte tedeschi.
Il
tedesco Ponzio Pilato dunque rappresentava Roma a Gerusalemme circondato da
agenti tedeschi. Egli con ciò non faceva altro che seguire le direttive del suo
governo, era in perfetta regola. La sua educazione era romana ma la sua anima
era sempre, nostalgicamente, tedesca. E poiché ai diversi episodi del martirio
di Gesù parteciparono, oltre la plebaglia sguinzagliata dagli scribi e dai
farisei, i pretoriani del Sinedrio e qualche guardia personale del Proconsole,
se ne deve dedurre che i crocifissori furono proprio i tedeschi, i quali sul
popolaccio avevano il vantaggio delle armi e delle cavalcature […].
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