Il
Caffè di Massimo Gramellini (Corriere
della Sera, 29 marzo 2017)
Sparare sulla Croce Rossa
Nei
pressi di Torino c’è un’ambulanza con un paziente grave a bordo che per evitare
l’ingorgo imbocca a sirene spiegate una strada contromano. Ma ecco che due Batman
di borgata le si parano davanti come a un posto di blocco, intimandole l’alt.
Il codice della strada è uguale per tutti. Uno vale uno. E per addolcire il
rigore dei nuovi giacobini non basta che quell’uno abbia un camice bianco, una
croce rossa dipinta sulla fiancata e un malato rantolante a bordo. Nel nuovo
mondo della rabbia che rende ottusi, l’Autorità e l’Istituzione sono per
definizione inaffidabili. Favorisca la patente, chiedono all’autista
dell’ambulanza i due poliziotti improvvisati, uno dei quali è un tassista e
probabilmente vive la strada come un sopruso continuo da cui riscattarsi. Pur
di non perdere altro tempo, l’autista innesta la retromarcia e si rimette in
fondo all’ingorgo: arriverà in ritardo e il malato si salverà solo per il rotto
della cuffia. Ma i due giustizieri issano su Facebook lo scalpo fotografico
dell’ambulanza in ritirata, commentando euforici: «Vergogna, vergogna!».
Sembra
un selfie dell’Italia 2017. Un malato grave, a bordo di un’ambulanza che cerca
di destreggiarsi nel traffico, rischia di crepare per eccesso di zelo da parte
di chi, sentendosi dalla parte giusta della strada, si irrigidisce nel rispetto
presunto delle regole. Senza capire che la sua testa prevenuta è un cimitero di
astrazioni, mentre dentro l’ambulanza c’è quel che rimane della vita. Anche
della sua.
Nessun commento:
Posta un commento