mercoledì 13 gennaio 2016

Comizio socialista (Amico del Popolo)


COMIZIO SOCIALISTA



«Mercoledì sera indetto dai socialisti si tenne in piazza Garibaldi un comizio contro la guerra. Parlarono Giacometti, Baglioni, Bonato, Zanollo. Non ci occuperemo delle sciocchezze e delle banalità blasfeme che furono dette. Solamente ci sembra che in quest’ora di trepidazione e di raccoglimento queste manifestazioni pubbliche promosse indubbiamente per i loschi fini, non dovrebbero essere permesse. I socialisti sono sempre pronti a sfruttare anche i momenti più angosciosi che incombono sulla patria, e sorvolando sulle ragioni determinative della guerra e sull’essenza dell’attuale conflitto, ne pigliano il lato debole per sovvertire le masse.

Essi che sbraitano contro la guerra sono quelli che agognano e guazzerebbero volentieri nella rivoluzione sociale, che è la peggiore delle guerre. Per loro vedere fratelli contro fratelli nei conflitti provocati dalle perfide teorie socialiste, è un nonnulla.

Del resto a che si scalmanano tanto i socialisti nostrani contro la guerra, come guerra?

In Austria, in Germania gli stessi socialisti sono entusiasti della guerra in cui si avvolgono i loro governi. In Francia poi, la loro beniamina, l’entusiasmo è al colmo: eppure a presidente del consiglio dei ministri c’è il compagno Viviani, socialista autentico. E allora se anche là dove sono capi del governo socialisti autentici, la guerra si provoca, si vuole e si applaude, a che le vostre recriminazioni contro i governi? Voi al potere, fareste altrettanto. Anzi senza il potere, provocate, Romagna insegni, la più selvaggia delle guerre.

Gli intenti dei vostri comizi non furono sinceri, l’accenno patriottico fu di un patriottismo a scartamento ridotto, e la vostra volontà si espanse col pigliarvela anche mercoledì sera coi preti e coi clericali, e nel rivolgere le banalità più indegne contro la divinità.

Ecco l’ingrediente che non manca mai nei vostri pasticci, e così sfruttate trepidazioni, angosce, ansietà, lagrime che nell’ora che volge sovrastano la patria e le nazioni»[1].  



[1]
                [1] In «Amico del Popolo», 8 agosto 1914.

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