IN
ALTO I CUORI
La storica seduta parlamentare del 20 maggio, ha
affidato al Governo del Re i pieni poteri. Il Senato nel giorno seguente vi
aggiungeva il suo autorevole voto unanime, e S.M. il Re sanzionava la legge.
Anche per l’Italia adunque la ora suprema è scoccata.
La guerra è già dichiarata.
Basta querimonie, basta polemiche, tacciano i
dissensi, è l’ora della concordia nazionale. A questa concordia auspicammo
nell’ultimo numero, la stessa affermiamo oggi.
In
alto i cuori! Quando la Patria
chiama, ognuno deve prendere il suo posto d’azione.
In
alto i cuori! Amare davvero la
Patria vuol dire dare alla medesima quel sacrificio e quel contributo che essa
chiede.
In
alto i cuori! Il nostro culto
alla Patria trae forza e vigore dal nostro culto alla fede. Questi due sacri
affetti si integrano a vicenda. Come cittadini e come
cristiani, nell’ora tremenda che volge, tutti compiano il proprio dovere.
Oh! Faccia Iddio che il periodo angoscioso della prova
sia ristretto entro i limiti più brevi di spazio e di tempo.
Preghiamo perché siano poche le madri, che non
dovranno più rivedere i loro figlioli, le spose i loro mariti, i figli i loro
padri.
Preghiamo per la salvezza dei nostri soldati che con
abnegazione mirabile corsero sotto la bandiera della Patria. Auspichiamo alla
gloria, al trionfo.
Ma mentre i nostri soldati combattono, un supremo
dovere incombe a chi resta nei paese e nelle città. Dovere di cittadino,
affermazione solenne di un cristianesimo vissuto, vogliono che nessuno resti
inoperoso.
Quanta larga messe di opere caritatevoli non si apre
dinanzi!
Ebbene sostituiamo i fratelli assenti, ed alle opere
di carità diamo tutte le nostre energie di cuore e di volontà e di opera.
In
alto i cuori! Il Signore
benedica ai nostri fratelli combattenti, benedica alla nostra Patria, benedica
a noi tutti: e questa benedizione abbrevi il tempo della prova.
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