giovedì 28 dicembre 2017

Promessi Sposi – Scheda di lettura: capitolo VII

Sequenze

Tempo della storia: giovedì 9 novembre 1628 – tardo pomeriggio

I sequenza
(Il padre Cristoforo arrivava … a quell’ora, si trattenesse più a lungo.)
Nella casa di Lucia

Sottosequenza I.1
(Il padre Cristoforo arrivava … richiedere il bisogno de’ suoi protetti.)
Padre Cristoforo si ferma per la seconda volta a casa di Lucia.
Sequenza dialogica
Quale similitudine viene proposta all’inizio della sequenza? E’ un caso che essa faccia riferimento alla guerra? Essa sottolinea, per contrasto, le prime parole di padre Cristoforo (che ha fatto ricorso con don Rodrigo a “preghiere disarmate”).
La riflessione del frate di nuovo si nutre di parole e di concetti squisitamente biblici: la vera speranza riposa in Dio e non nell’uomo.
Di fronte a queste considerazioni come reagisce Renzo? Individua gli epiteti che rivolge a don Rodrigo.
Padre Cristoforo medita sull’ingiustizia e sulla prepotenza che usa anche le parole per realizzare i propri scopi. E qui propone una riflessione sulla natura e sulla funzione del linguaggio che diventa strumento di violenza: “Le parole dell’iniquo che è forte, penetrano e sfuggono”. Quali sono i valori ai quali, salutandoli, invita i suoi protetti?

Sottosequenza I.2
(«Avete sentito cos’ha detto … a quell’ora, si trattenesse più a lungo.)
L’ira di Renzo
Sequenza dialogica
Renzo è fuori di sé e minaccia vendetta contro don Rodrigo. Osserva a quali valori si ispirano invece le parole di Lucia. Quale posizione assume Agnese?
In questo passo ricorre più volte il termine “giustizia”, che è una delle parole più importanti e dei temi centrali del romanzo. Con quante differenti accezioni essa è qui utilizzata dai diversi personaggi?
Renzo è colto da un’ira furiosa e assume una postura che già abbiamo vista per fra Cristoforo di fronte a don Rodrigo: quale? (rileva le analogie di carattere e pensieri fra Renzo e il giovane Lodovico -ed anche l’anziano padre Cristoforo quando riemerge in lui lo spirito giovanile-)
Lucia è spaventata dalle parole e dai gesti di Renzo e cede.
Intervento del narratore dell’Ottocento (che però commenta le parole del narratore del Seicento): riflessione sulla psicologia degli uomini, sia di Renzo sia di Lucia.


II sequenza
(La notte però fu a tutt’e tre così buona … che avevan messo in serbo per la sera.)

Tempo della storia: venerdì 10 novembre 1628 – mattina

I preparativi per il matrimonio a sorpresa
Sottosequenza II.1
(La notte però fu a tutt’e tre così buona … per accudire all’affare, come aveva detto.)
Dopo una notte inquieta i tre personaggi si ritrovano a casa di Lucia.
Sequenza narrativo-dialogica
Rileva i diversi atteggiamenti dei tre durante i preparativi e il registro usato.
Con che tono il narratore presenta i preparativi?

Sottosequenza II.2
(Agnese andò a una casa vicina … e portati bene; che n’avrai anche di più.»)
Agnese e Menico
Sequenza dialogica
Anche la figura di Menico, personaggio minore che compare solo in un paio di episodi, ha una propria individualità: cogline i tratti, sottolineando la scena dei giochi di ragazzi.
Intervento del narratore (“e si sa che tutti, grandi e piccoli … non dico quelle sole”): perché, leggendo tra le righe, possiamo cogliere una vena autoironica in questa osservazione psicologica?

Sottosequenza II.3
(Nel rimanente di quella lunga mattinata … che avevan messo in serbo per la sera.)
Nella casa di Lucia
Sequenza narrativa
L’arrivo di strane figure fino a mezzogiorno: il mendicante e i viandanti; comincia a crescere la Spannung.

III macrosequenza
(Convien però che il lettore sappia … rimase nell’agguato ad aspettare.)

Tempo della storia: giovedì 9 novembre 1628 – tardo pomeriggio

I preparativi di don Rodrigo

Sequenza A
(Convien però che il lettore sappia … La spada, la cappa, il cappello: subito.»)
Nel palazzotto di don Rodrigo
Sequenza narrativa
Intervento strutturale del narratore che organizza la scansione temporale del racconto e riporta la narrazione al momento in cui padre Cristoforo ha lasciato il palazzo di don Rodrigo.
Il signorotto cammina nervosamente sotto gli sguardi degli antenati raffigurati nei quadri appesi alle pareti. Osserva la caratterizzazione ironica di ogni personaggio effigiato (perfino la matrona!): essa è rivelata dalla ripetizione di una parola: quale?
Che cosa ci dice della mentalità nobiliare l’importanza attribuita agli antenati? Che sentimenti ispira a don Rodrigo oltre al desiderio di vendetta che già prova? Quale valore egli deve assolutamente difendere?
Oltre al resto, anche l’ultima frase aggiunge un tassello alla sua caratterizzazione in quanto villain (l’eroe nero della vicenda)?

Sequenza B
(Il servitore partì, rispondendo con un inchino … fu sempre sopra pensiero e parlò poco.)
Don Rodrigo esce per una passeggiata
Sequenza narrativa
Esamina la scena della “vestizione” di don Rodrigo.
Si approfondisce la caratterizzazione del villain attraverso gli atteggiamenti di chi lo incontra; ne puoi ricavare altre informazioni sulla gerarchia sociale del Seicento?
In quale casa egli si ferma? Anche qui si evidenzia l’abitudine di don Rodrigo a disporre a proprio arbitrio delle persone, siano esse i suoi bravi, i suoi servi, gli abitanti del villaggio ai piedi del castello, gli abitanti del suo feudo -anche i più rispettati- o le donne di questa casa.

Sequenza C
(«Cugino, quando pagate questa scommessa?» … né assolutamente fissati.)

Tempo della storia: giovedì 9 novembre 1628 – dopo il tramonto

Cena a casa di Don Rodrigo
Sequenza dialogica
Esamina il carattere dei due nobili: entrambi sono descritti come libertini, ma ciascuno lo è in modo diverso. In particolare qual è il temperamento del conte Attilio?
Nel dialogo fra i due nobili il lettore comprende il riferimento alla scommessa che Lucia ha fatto all’inizio del III capitolo, senza peraltro conoscerne i dettagli. Di cosa si tratta? Quando scade il termine? Osserva che esso viene indicato, come d’uso un tempo, con il nome del santo del giorno.

Sequenza D
(La mattina seguente, don Rodrigo … per non dar troppo sospetto.)

Tempo della storia: venerdì 10 novembre 1628 – mattino

Don Rodrigo pianifica il suo progetto per vincere la scommessa con il cugino.
Sequenza narrativo-dialogica
Una frase di padre Cristoforo continua a risuonare nella mente di don Rodrigo: quale? Tuttavia la soggezione di chi gli sta intorno gli ha fatto tornare il consueto stato d’animo.
Compare qui un nuovo personaggio, che tornerà in più occasioni nella storia: chi è? Anche se è una figura secondaria, viene tuttavia presentata al lettore, com’è costume nel romanzo ottocentesco. Osserva i dettagli e ricava da questa sequenza i tratti principali del suo carattere.
Il Griso è la prova vivente della potenza del suo padrone: perché?
Analizza il dialogo fra i due. In alcuni punti il narratore si prende bonariamente gioco dei suoi personaggi mettendo loro in bocca frasi che li rendono ridicoli; perché il Griso della casa bruciata precisa: “ma non è sabato”?
Intervento del narratore: egli sintetizza ciò che non è necessario alla comprensione della storia: dove?
Ricorda la frase del Griso “Lasci fare a me”. Tornerà in un prossimo capitolo.

Sequenza E
(Tornati che furon tutti al palazzotto … rimase nell’agguato ad aspettare.)

Tempo della storia: venerdì 10 novembre 1628 – pomeriggio-sera

Proseguono i preparativi.
Sequenza narrativa
Il narratore spiega la vera identità dei viandanti che si sono presentati a casa di Lucia, ma anche il tentativo del vecchio servitore di sventare l’agguato ordinato dal suo padrone.

IV sequenza
(Il povero vecchio trottava ancora … lasciamoli andar tutti a pollaio.»)

Tempo della storia: venerdì 10 novembre 1628 – tramonto

All’osteria del paese
Sequenza narrativo-dialogica
Renzo, Tonio e Gervaso cenano all’osteria (finiscono prima dell’ave maria -cioè prima del tramonto-). Identificate gli avventori che i tre paesani incontrano.
Osserva il diverso comportamento dell’oste con Renzo e con i bravi camuffati -ma non troppo!-. Manzoni non presenta mai gli osti in buona luce.
Qui incontri una nuova definizione di “galantuomo”: cosa afferma l’oste? Qual è il suo criterio di giudizio? Analizza anche il commento ironico del narratore: si tratta dell’anonimo del Seicento o del narratore dell’Ottocento?
Gervaso durante la cena conferma il giudizio che di lui ha dato il fratello nel capitolo precedente: quale?
Cosa significa: “pagato il conto da colui che aveva fatto men guasto”? Quale osservazione psicologica sottintende?
Alla fine della sequenza il narratore dimostra apertamente di essere onnisciente: in che modo?

V sequenza
(C’era infatti quel brulichìo … alla casetta di Lucia, ch’era già notte.)

Tempo della storia: venerdì 10 novembre 1628 – subito dopo il tramonto

Scena di paese
Sequenza descrittiva
Nel tragitto dei tre dall’osteria (la casa di Lucia si trova ad una estremità del paese, all’altra la chiesa e la canonica. La casa di Renzo si trova al centro del villaggio) l’autore ritrae la vita di paese lungo la strada e schiude squarci domestici. La descrizione assume quasi toni lirici, una sorta di “notturno”.
Ancora una volta compaiono segni della carestia.

VI sequenza
(Tra il primo pensiero d’una impresa terribile … s’affacciaron bravamente alla porta, e picchiarono.)

Tempo della storia: venerdì 10 novembre 1628 – subito dopo il tramonto

I cinque personaggi vanno alla canonica
Sequenza riflessivo-narrativa
Intervento del narratore: per spiegare le condizioni psicologiche di Lucia in questo momento, il narratore prende spunto da una citazione letteraria: da quale autore? Il narratore dunque si immedesima nell’orizzonte culturale dei suoi personaggi o si pone su di un livello diverso? Osserva che egli non fa il nome dello scrittore, ma usa come perifrasi una definizione di Voltaire non pienamente elogiativa. Tuttavia, secondo te, Manzoni condivide le riserve di Voltaire o ne riprende le parole con un tono ironico? Cosa ci può rivelare questa osservazione delle preferenze letterarie di Manzoni?
Il gruppo si divide: tutto avviene al buio e nel silenzio (immagina la scena in un paese di montagna del Seicento senza rumori se non quelli della natura e senza illuminazione se non quella delle stelle e della luna). Ovviamente sta crescendo la Spannung, ma è pur sempre l’impresa di due poveri paesani.

VII sequenza
(«Chi è, a quest’ora?» … che Tonio l’avesse trattenuta un momento.)

Tempo della storia: venerdì 10 novembre 1628 – subito dopo il tramonto

Davanti alla canonica
Sequenza dialogica
Nel dialogo fra Perpetua e Tonio -perché Gervaso sta zitto?- emergono l’astuzia di Tonio, ma anche la prontezza di Perpetua, la quale tuttavia non si è accorta della trappola.



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