Sequenze
Tempo della storia:
giovedì 9 novembre 1628 - pomeriggio
I sequenza
(«In che posso
ubbidirla?» … a passi infuriati, il campo di battaglia.)
Padre
Cristoforo a colloquio privato con don Rodrigo.
Sequenza
dialogica
E’
una delle scene centrali: l’aiutante principale e l’antagonista principale (il villain, ruolo tipico del romanzo) sono
uno di fronte all’altro; torneranno ad incontrarsi -e in ben altro contesto!-
nella sezione finale del romanzo.
Qui
il conflitto verbale assume i toni della tragedia con un crescendo iniziale ed
una svolta violenta ed improvvisa che porta rapidamente alla conclusione del
dialogo.
Rileva
tutti gli elementi che delineano i caratteri opposti dei due personaggi: gesti,
parole, intonazioni. Sembra che non possa esistere un’antitesi più aspra di
questa (ma si dovrà attendere la fine del romanzo per capire se ciò è vero).
Osserva
il lessico: quali parole sono usate dall’uno e dall’altro? Qual è il tono che
assumono? Se le frasi del nobile sono improntate al sarcasmo e alla prepotenza,
quelle del frate si riferiscono ad un sistema lessicale completamente diverso. Da
dove padre Cristoforo trae termini, espressioni e citazioni?
All’inizio
padre Cristoforo cerca di fare appello al sistema di valori di don Rodrigo: con
quali termini?
Qual
è il momento -e la proposta di don Rodrigo- che capovolge l’andamento del
dialogo e fa mutare atteggiamento a padre Cristoforo?
Cosa
significa la frase “l’uomo vecchio si trovò d’accordo col nuovo”?
Per
la prima volta in questo dialogo viene pronunciato a voce alta un nome che
sempre ha un effetto profondo nell’animo dei personaggi quando risuona: di quale
personaggio si tratta?
L’espressione
“Verrà un giorno…” -quale tipo di linguaggio viene qui usato?- provoca un
secondo capovolgimento, stavolta in don Rodrigo, ma esso -attenzione!- nasce da
un “misterioso spavento”. Come cambia il linguaggio del signorotto? Quali gesti
vengono compiuti dai due?
Con
quali sentimenti Le ultime parole della sequenza chiariscono la vera natura
dell’incontro.
II sequenza
(Quando il frate
ebbe serrato … mantenute del codice cappuccinesco.)
Padre
Cristoforo incontra il servitore ed esce dal palazzotto di don Rodrigo.
Sequenza
narrativo-dialogica
Sottosequenza
II.1
(Quando
il frate ebbe serrato … ci basta d’aver dei fatti da raccontare.)
Padre Cristoforo vede nuovamente il
vecchio servitore.
Sequenza narrativo-dialogica
Dove abbiamo già incontrato questo
personaggio? Ricordi che parole aveva pronunciato?
Com’è consueto per il genere del romanzo,
il narratore si interrompe -anche per creare un po’ di suspense- per descrivere rapidamente il personaggio. Che carattere
ha? Per quali motivi don Rodrigo l’ha fatto restare nella propria dimora?
Dal colloquio si sperano sviluppi ancora misteriosi.
Intervento
del narratore:
quale scrupolo morale esamina, anche se poi dice di lasciare il giudizio al
lettore? Ma è proprio vero che il narratore non lascia trasparire la propria
opinione? Quale compito il narratore si propone esplicitamente?
Sottosequenza
II.2
(Uscito
fuori, e voltate le spalle … mantenute del codice cappuccinesco.)
Tempo
della storia: giovedì 9 novembre 1628 - tramonto
Padre Cristoforo torna al convento, ma
prima vuol passare dalla casa di Lucia.
Sequenza riflessiva
L’ultimo incontro ha fatto risorgere in
padre Cristoforo la speranza: ma a chi il frate attribuisce il merito di questa
svolta? Osserva che in questo passo compare per la prima volta un termine che è
considerato, talvolta con qualche fuorviante esagerazione, un vero e proprio
personaggio del romanzo anche se non si tratta di un essere umano.
Osserva il variare dello stato d’animo di
fra Cristoforo a partire dall’uso di “casaccia” fino a “le ossa gravi e
fiaccate”.
Qui torna un rapido riferimento al
paesaggio che avevamo visto all’alba di questa giornata; ti ricordi quando?
III macrosequenza
(Intanto, nella
casetta di Lucia … E perché far misteri al padre Cristoforo?»)
Tempo della storia:
si torna a giovedì 9 novembre 1628 – verso mezzogiorno
Agnese
escogita una soluzione per celebrare il matrimonio.
Sequenza
dialogica
Sequenza A
(Intanto,
nella casetta di Lucia … e Agnese, con un’aria d’intelligenza, partì in fretta.)
Sequenza dialogica
Intervento
del narratore
che riporta indietro il tempo della storia e avvisa il lettore che spiegherà
cos’è avvenuto nel frattempo.
Analizza lo stato d’animo dei tre
personaggi (in particolare dei due innamorati). Agnese interrompe il silenzio.
Che soluzione propone Agnese? La donna fa
appello a due qualità che si confanno al carattere di Renzo: quali? Nella foga
del discorso Agnese dice “vostra madre”: perché Lucia ha un sussulto?
Si introduce un nuovo personaggio, parente
di Renzo, che avrà un ruolo di rilievo nel prosieguo della storia: chi è? Inoltre
si fa riferimento ad un tema di storia economica e sociale: lo spostamento delle
filande di seta dal Milanese.
Manzoni è un maestro nell’uso dei registri
linguistici perché sa adattarli alle caratteristiche di ogni personaggio. Osserva
il lessico usato da Agnese (chiapparlo, strillare, strepitare, fare il diavolo,
dissero le parole, lesto come un gatto, …): a quale registro appartiene?
Nella sua semplicità popolana (ed anche,
come abbiamo visto altre volte, nella sua inclinazione al pettegolezzo) Agnese
si tradisce perché non tace l’esito negativo di ciò che ha fatto la sua amica:
quale?
Di nuovo osserva il registro: il
narratore, nel confermare la veridicità del suggerimento di Agnese, usa altri
termini e, soprattutto, propone una similitudine con un mito greco.
Cerca di cogliere il gioco dei sentimenti
che si alternano nell’animo dei tre interlocutori.
La sola però che avanza obiezioni è Lucia:
di che tipo sono? Come Agnese le controbatte?
Osserva il punto di vista degli umili e l’idea
che essi hanno della legge: quest’idea ha trovato conferma nel corso dei
capitoli precedenti?
Una volta ottenuto il consenso di Renzo -ma
come reagisce Lucia alla proposta? A quale autorità si appella?-, si deve
organizzare il matrimonio a sorpresa. Qual è il primo inghippo da affrontare? Chi
ne trova la soluzione?
Considera la saggezza popolare contenuta
nei proverbi; Agnese ne cita uno: quale?
Mentre esce Renzo rivolge gesti differenti
a Lucia e ad Agnese (cosa significa qui “intelligenza”?): quali sono e perché?
Sequenza B
(Le
tribolazioni aguzzano il cervello … Renzo a render conto dei concerti presi.)
Tempo
della storia: giovedì 9 novembre 1628 – pomeriggio (il desinare è il pasto più
sostanzioso della giornata che in periodo invernale, quando non si lavora in
campagna, si fa nel pomeriggio)
Renzo e Tonio
Sequenza narrativo-dialogica
Sottosequenza
B.1
(Le
tribolazioni aguzzano il cervello … e andò con Renzo.)
Renzo a casa di Tonio
Sequenza narrativa
Intervento
del narratore
di tono psicologico-morale (ironia bonaria su Renzo).
Descrizione di una scena domestica: la
cena in una povera casa di paesani.
Esamina i gesti e i sentimenti dei diversi
componenti della famiglia; in questa situazione prevalgono i bisogni primari:
quali? Individua i primi segni della carestia; in seguito in questa sequenza ne
scoprirai altri.
Osserva la precisione storica (siamo nell’ambito
del vero o del verosimile?): la polenta non è di mais, che comincerà ad essere
coltivato estesamente un paio di generazioni dopo questo periodo; invece di
quale cereale è fatta? Di quale materiale -siamo in montagna- è fatta la
tafferìa?
A cosa viene paragonata la polenta appena
scodellata? L’immagine (perché l’autore precisa “piccola”?), tipica della
poesia, viene qui spostata con effetto di straniamento su un elemento quotidiano;
ma dal punto di vista dei poveri contadini affamati la polenta ispira la stessa
ricchezza di sentimenti che la luna infonde nell’animo dei poeti.
Nonostante la povertà i contadini
dimostrano una generosità, difficile soprattutto in quel periodo; come?
Quali sono le reazioni al diniego di Renzo
e, ancor più, quando invita Tonio (“un concorrente, e il più formidabile” -controlla
il significato etimologico dell’aggettivo-) all’osteria?
Di nuovo il narratore concentra l’attenzione
sui bisogni primari; che significa “anche i bimbi (giacché, su questa materia,
principian presto a ragionare)”?
Sottosequenza
B.2
(Giunti
all’osteria del villaggio … Renzo a render conto de’ concerti presi.)
Renzo e Tonio all’osteria
Sequenza dialogica
Evidenzia anche in questo passo tutti i
segnali della carestia incipiente.
Renzo chiede aiuto a Tonio in cambio di
cosa? Quale nuovo lato di don Abbondio conosciamo dalle parole di Tonio? Considera
per quale scopo vorrebbe riscattare la collana d’oro della moglie.
Con quale espressione Tonio accetta di
fare da testimone? Individuane il registro.
Tonio si dimostra un tipo sveglio e
risolve due problemi minori: quali sono e come li supera? Com’è il rapporto fra
marito e moglie?
Sequenza C
(In
questo tempo, Agnese … «bada bene, ve’, di non dirgli nulla»)
Tempo
della storia: giovedì 9 novembre 1628 – tardo pomeriggio
Renzo torna a casa di Lucia
Sequenza dialogica
Renzo è orgoglioso di aver organizzato il
matrimonio a sorpresa, ma Agnese prospetta un’ulteriore difficoltà: come la
risolve? Che idea ricaviamo della vita di paese?
Individua le espressioni popolaresche di
questo dialogo.
Ma la vera difficoltà è l’atteggiamento di
Lucia: come si comporta e cosa dice? A quale potere e a quale autorità si
appella?
L’arrivo di padre Cristoforo tronca tutti
i discorsi. Osserva la similitudine collegata al rumore della tonaca.
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